giovedì 12 novembre 2009

L'agricoltura biologica in cifre


Il biologico in Italia procede (abbastanza) nonostante la crisi. I dati nel complesso mostrano un calo del settore, soprattutto per quanto riguarda le superficie coltivate (-12,8%). In diminuzione anche gli operatori biologici (-1,2%). Per le coltivazioni biologiche restano in testa le regioni meridionali, mentre tra i trasformatori il primato va ad Emilia Romagna e Veneto. Tra le colture, oltre la metà della superficie agricola viene da colture estensive: cereali, prati, pascoli e foraggere. Seguono poi olivo, vite e ortaggi.


L’analisi completa della struttura del settore viene dai dati al 31 dicembre 2008, forniti al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali dagli Organismi di Controllo operanti in Italia  ed elaborati dal Sinab (Sistema d’Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica).

Gli operatori del settore biologico sono in tutto 49.654 di cui: 42.037 produttori; 5.047 preparatori (comprese le aziende che effettuano attività di vendita al dettaglio); 2.324 che effettuano sia attività di produzione che di trasformazione (produttori/trasformatori); 51 importatori esclusivi; 195 importatori che effettuano anche attività di produzione e/o trasformazione. Rispetto ai dati del 2007, c'è da notare una riduzione complessiva del numero di operatori di -1,2%.

La distribuzione degli operatori sul territorio nazionale vede in testa, come per gli anni passati, la Sicilia e la Calabria, seguite da Puglia, Basilicata ed Emilia Romagna. La stessa graduatoria si ripete se si considerano soltanto i produttori agricoli biologici. Per il numero di aziende di trasformazione impegnate nel settore, la leadership spetta all’Emilia Romagna seguita dal Veneto. Infine, nella categoria dei produttori/trasformatori (dove ci sono, ad esempio, aziende vitivinicole che hanno la cantina o le aziende olivicole che imbottigliano e commercializzano il proprio olio), il primato spetta alla Toscana, seguita dalla Puglia e dall'Umbria.

La superficie agricola, in conversione o già certificata come biologica, è di 1.002.414 ettari, con una riduzione rispetto all’anno precedente di circa -12,8%. La situazione nelle regioni italiane conferma la maggiore estensione delle colture biologiche nel Centro Sud, anche se offre qualche sorpresa. La prima regione per superficie coltivata biologica è di gran lunga la Sicilia, con oltre 28mila ettari. Al secondo posto troviamo una piccola regione, la Basilicata, che però ha ben 107.151 ettari in biologico. Seguono poi la Puglia (94.750 ettari), la Toscana, la prima regione non meridionale, con 89.101 ettari e la Calabria (83.237 ettari). Seguono poi nell'ordine, tutte con superfici superiori ai 50mila ettari, Lazio, Marche, Emilia Romagna e Sardegna. 

Il principale orientamento produttivo è rappresentato dai cereali (231.569 ettari) che, insieme a prati e pascoli permanenti (224.601) e ai foraggi verdi da seminativi (205.758), coprono oltre la metà della superficie totale coltivata in agricoltura biologica. Seguono poi, in ordine di importanza, le coltivazioni di olivo (114.472 ettari), vite (40.480) e orticole (29.825). Con estensioni molto simili (intorno ai 25.000 ettari ciascuno), ci sono poi le tre categorie di frutta (che non comprende però uva da tavola, agrumi, frutta secca e piccoli frutti), colture proteiche e leguminose da granella, agrumi.

Per le produzioni animali, distinte sulla base delle principali specie allevate, i dati evidenziano un incremento del numero di capi in particolare per quanto riguarda il pollame (2,16 milioni di capi), gli ovini (oltre un milione di capi) ed i suini (34mila capi).

Nessun commento:

Related Posts with Thumbnails