Gli italiani spendono sempre di più per comprare prodotti biologici, nonostante la stagnazione dei consumi alimentari. I dati Ismea del primo semestre 2009 confermano la crescita del 2008, con un aumento del 7,4%. A trainare i consumi soprattutto frutta e verdura (fresche e trasformate), bevande e uova. I consumi biologici restano una caratteristica del Nord Italia.
La crisi economica non ferma le famiglie italiane: i prodotti biologici continuano a guadagnare spazio nel carrello della spesa.
Nel primo semestre 2009, gli acquisti domestici di alimenti biologici confezionati sono aumentati, in termini monetari, del 7,4% su base annua. Un dato che conferma quanto avvenuto nel 2008 quando, nonostante la recessione e l'andamento stagnante dei consumi nazionali, gli acquisiti del biologico sono cresciuti del 5,4% rispetto al 2007.
I dati sono quelli delle rilevazioni del panel Ismea/Nielsen; il dato non comprende le vendite presso i negozi specializzati (ma anche nei canali alternativi come la vendita diretta, gli agriturismi, i mercatini del biologico, i gruppi d'acquisto ecc.) ed è riferita agli acquisti destinati ai consumi casalinghi. Sono quindi escluse le spese per ristorazione, catering, distributori automatici ecc.
A trainare la crescita del biologico, con aumenti consistenti rilevati sia nel 2008 che nei primi sei mesi del 2009, sono gli ortofrutticoli freschi e trasformati (+19,8% la spesa nel 2008 e +37,8% nella prima metà di quest'anno), le bevande (+2,7% e +11,6%) e le uova (+14,1% e +24,3%), mentre gli acquisti di lattiero-caseari, dopo il più 1,5% del 2008, hanno fatto segnare in questo primo semestre una diminuzione di -3,9%. Negativo, invece, il trend dei prodotti per la prima colazione (caffè, tè, biscotti, dolciumi, ecc.), sia nel 2008, sia nel primo semestre 2009 (-13,8% e -2,8%).
In generale - osserva l'Ismea - l'incremento degli acquisti di prodotti bio acquista una valenza maggiore se si inquadra in un ambito più ampio che è quello dei consumi alimentari nel complesso e degli altri prodotti a qualità certificata. Già nel 2008 il comparto biologico aveva mostrato performance migliori rispetto al resto dei prodotti alimentari, anche in un contesto economico non positivo. E lo stesso orientamento si sta verificando e consolidando nel 2009, con il 7,4% di crescita del paniere biologico che si confronta con uno 0,2% di aumento del totale del mercato agroalimentare e con una riduzione dell'1,8% registrata per i prodotti a marchio Dop e Igp.
A livello geografico i consumi biologici restano una caratteristica prevalentemente del Nord Italia. Nelle regioni settentrionali si concentra infatti più del 70% degli acquisti nazionali (il 44,1% nel Nord-Ovest e il 27,2% nel Nord-Est), mentre il Centro, inclusa la Sardegna, e il Meridione rappresentano rispettivamente il 19,7% e il 9% della spesa totale.
Riguardo infine ai singoli canali distributivi, è proseguita la crescita delle vendite nella grande distribuzione organizzata. Le vendite di prodotti bio negli iper e nei supermercati hanno fatto segnare aumenti, per entrambi, di oltre il 5% nel 2008 e rispettivamente del 13,5 e del 5,4 per cento nel primo semestre 2009.
Per i prodotti ortofrutticoli freschi, il panel Ismea/Nielsen fornisce dati analitici anche sui singoli prodotti. Per gli ortaggi scopriamo così che nel primo semestre 2009, rispetto allo stesso periodo del 2008, sono cresciuti gli acquisiti di carciofi (+12,8%), spinaci (+10,4), carote () e cetrioli (). Nel complesso i segni negativi sono pochi e di piccola entità. Più articolata la situazione per la frutta. Sono andate alla grande le ciliege (+64,6%), seguite da clementine (+21,1) e kiwi (+16,7). Crescono anche i consumi di fragole, banane e mele. Molto male, invece, albicocche (-10,3%) e limoni (-14,4%).
martedì 10 novembre 2009
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