giovedì 22 maggio 2008

Consumi prodotti biologici e disinformazione

L'agricoltura biologica dà fastidio a parecchie persone e gruppi di potere, su questo non ci piove. È un po' un meccanismo simile a quello che accade per il cosiddetto “impero dei farmaci”.

Per questo ci sembra interessante la posizione di Andrea Ferrante dell'Aiab (associazione Italiana Agricoltura Biologica) che attacca il Corriere della Sera, accusandolo di “disinformazione”. Il Corrierone, infatti, in un recente servizio aveva parlato di consumi del biologico in calo a causa dei prezzi troppo elevati.

Nella sua replica l'Aiab ricorda i circuiti di “filiera corta” (vedi qui un esempio), i Gruppi di acquisto, le mense scolastiche bio, le aziende agricole biologiche con un punto vendita diretta come esempi di settori in espansione del mercato biologico, in cui tra l'altro si riesce a risparmiare in modo sostanziale rispetto ad altri circuiti (supermercati, negozi specializzati ecc.).

[fonte comunicato Aiab.it]

Dispiace constatare che il Corriere della Sera a distanza di poche settimane continui con un’azione di disinformazione sull’agricoltura bio.


“Dispiace constatare che il Corriere della Sera a distanza di poche settimane continui con un’azione di disinformazione sull’agricoltura bio”. Andrea Ferrante commenta così l’articolo pubblicato oggi dal Corriere della Sera a firma di Mariolina Iossa, in cui si afferma che i consumi del bio in Italia calano perché costa troppo


“Tutti i dati a disposizione – dice Ferrante - testimoniano un aumento dei consumi in Italia e una molteplicità di esperienze di filiera corta e di nuova forme distributive. Queste portano il biologico a prezzi assolutamente concorrenziali per i cittadini italiani, che lo scelgono sempre con maggiore convinzione. Risulta chiaro che il bio necessità di un’informazione corretta per poter favorire l’aumento dei consumi interni, che in ogni caso è un obbiettivo prioritario di tutto il movimento biologico italiano”.


Secondo gli ultimi dati di Biobank, pubblicati su Tuttobio 2008, i gruppi di acquisto di prodotti biologici sono aumentati del 60% negli ultimi due anni, mentre i mercatini bio sono cresciuti del 10%. Un più 37% riguarda invece le aziende con vendita diretta, mentre le mense scolastiche bio sono cresciute del 6%. D’altra parte i dati di Ismea - Ac Nielsen che si riferiscono alla fine del 2007, citati anche da Corriere, parlano di un aumento dei consumi del 9%. Riguardo ai prezzi, basti citare un esempio: A Roma, il biocassettone di Officinae Bio, a disposizione dei Gas locali, costa 14 euro e contiene 10 chili di frutta fresca e di stagione, prodotta nel territorio di vendita.


Ferrante conclude: “È chiaro che la disinformazione perpetuata dal Corriere non ci possa lasciare indifferenti, e riteniamo urgente un’azione di corretta informazione da parte del Corriere. Non è un caso che a fronte della disinformazione sul bio, negli ultimi tempi il Corriere si sia distinto per articoli particolarmente favorevoli all’introduzione di colture Ogm in questo paese. Siamo veramente preoccupati che una informazione superficiale su questi argomenti sia ormai il tratto comune di uno dei principali attori della stampa italiana”.

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