La qualità ambientale del Parco del Gran Sasso e Monti della Laga verrà studiata grazie alle api. Non saranno gli operosi insetti a condurre la ricerca, ovviamente, ma lo studio dei mieli e dei pollini prodotti nell'area protetta servirà come bioindicatore: in pratica, un termometro che dovrà misurare la “temperatura” dell’ambiente in un territorio di alto valore naturalistico.
Il progetto, avviato dal Parco insieme al Centro ricerche sul miele dell’Università di Roma Tor Vergata e alla Fai (la federazione degli apicoltori) verificherà anche la qualità del miele, soprattutto rispetto al contenuto in nutraceutici, importanti sostanze antitumorali.
Il miele e le api, in sintesi, segnano la carta di identità del territorio, in modo probabilmente più efficace di tanti strumenti sofisticati e costosi.
Staremo a vedere gli sviluppi del progetto.
Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, in collaborazione con il Centro Ricerche Miele del dipartimento di Biologia dell’Università di Roma “Tor Vergata”, e la FAI (Federazione Apicoltori Italiani) ha intrapreso un’azione di monitoraggio ambientale attraverso lo studio dei mieli e dei pollini prodotti nell’area protetta. Si tratta di un progetto pilota di notevole interesse scientifico che poggia su una ricerca sperimentale e innovativa in cui il miele viene utilizzato come bioindicatore della qualità ambientale dell’area protetta.
Allo stesso tempo il progetto mira a verificare la qualità dei mieli in termini di contenuto di nutraceutici (molecole a spiccata azione antitumorale), in funzione della tipologia di flora e della qualità ambientale. In sintesi, l’alveare viene impiegato come un sofisticato strumento di indagine e il miele viene ad essere, a tutti gli effetti, la carta d’identità del territorio.
Per la realizzazione del progetto il Parco ha selezionato cinque apicoltori: Andrea Ciccone di Capestrano, Caterina Vittorini di Arischia, Gino Damiani di Farindola, Mauro Di Luigi di Isola del Gran Sasso ed Eugenio Casini di Amatrice, cui affidare altrettante stazioni fisse di monitoraggio ambientale a mezzo di 3 arnie per ciascuna stazione, posizionate in cinque diverse aree del Parco. Nella mattinata di ieri, presso la sede del Parco ad Assergi, gli apicoltori hanno ricevuto, in comodato gratuito, tutto il materiale apistico necessario, comprese le arnie e gli sciami, tre per ciascuna stazione, di razza Apis mellifera ligustica Spinola. Attraverso un vero e proprio “contratto ambientale”, per la durata di un anno, i beneficiari si sono impegnati a gestire il materiale apistico in conformità al disciplinare fissato dal Parco contribuendo alla buona riuscita della sperimentazione, alla creazione di una rete di apicoltori e al rilancio della pratica secondo
tecniche sostenibili.
L’attività di impollinazione svolta dalle api risulta di fondamentale importanza per il mantenimento della biodiversità agricola e vegetale, a vantaggio sia della salvaguardia dell’ambiente sia come auspicabile fonte di reddito per gli operatori del settore. La conferma dei risultati attesi dal progetto contribuirebbe, inoltre, ad apportare valore aggiunto alla qualità
dei mieli, differenziandoli in funzione dell’area di provenienza, sia in termini di qualità intrinseca del prodotto sia quale indicatore della qualità ambientale, con positive ripercussioni sull’apicoltura, intesa come attività economica condotta in aderenza alle esigenze di tutela ambientale.
[fonte Ufficio stampa Parco Gran Sasso e Laga]